Dall’HaBaWaBa alla serie A1, fino alla convocazione con le nazionali giovanili e, soprattutto, con il Settebello. Questa la parabola di Michele Mezzarobba, a 17 anni una delle promesse più interessanti della pallanuoto italiana. Un talento esploso, come tanti altri, all’HaBaWaBa International Festival: Mezzarobba partecipò con il Trieste alle edizioni 2009, 2010 e 2011, strappando applausi a pubblico e addetti ai lavori. L’abbiamo chiamato per rievocare quelle esperienze, pochi giorni dopo la fine del ritiro con il Settebello a Pescara.

“Esperienza dura, abbiamo nuotato 4 km al giorno, ma bella: Campagna ti fa capire che bisogna lavorare tanto, a ritmi altissimi, per entrare a far parte del Settebello”.

Mezzarobba non ha ancora esordito con il Settebello, ma è stato convocato in diversi collegiali azzurri

Mezzarobba non ha ancora esordito con il Settebello, ma è stato convocato in diversi collegiali azzurri

Quando da bambino venivi all’HaBaWaBa International Festival pensavi di poter finire in Nazionale?

Assolutamente no. A quell’età vedevo i grandi campioni come Gallo o Gitto solo in tv. Adesso mi alleno con loro: è una bella soddisfazione.

Cos’era la pallanuoto quando avevi 11 anni?

Era un hobby, qualcosa che divertiva moltissimo. Non sentivo la minima pressione, mi divertivo e non pensavo alle sconfitte. Ero più spensierato. Piano piano la pallanuoto è diventata un elemento sempre più importante della mia vita, fino a divenirne il centro.

A cosa t’è servito il Festival?

Ho capito quanto mi piaceva la pallanuoto. Giocare ogni giorno contro squadre forti, in quell’ambiente, mi ha fatto appassionare ancora di più. Con me c’era Daniel Podgornik, che anche oggi è mio compagno di squadra a Trieste e insieme ricordiamo spesso quelle partite, specie quella contro la selezione del Montenegro: prima di giocare avevo una paura, quei bambini sembravano già dei giganti. Ma è sempre stato bello confrontarsi con squadre di altre nazioni.

E i tuoi ricordi fuori dall’acqua?

Quelle all’HaBaWaBa sono state le mie prime trasferte: impari a stare con la squadra, ad assaggiare cosa significa essere in un gruppo.

Pensi che senza l’HaBaWaBa il tuo rapporto con la pallanuoto sarebbe stato diverso?

Il Festival mi ha fatto amare questo sport, ha accresciuto la mia passione. Sono stato due volte capocannoniere e questa cosa mi ha dato fiducia, ho capito che sapevo giocare. Ho visto la mia strada, ho capito di voler diventare un pallanuotista.

Cosa vuoi dire ai bambini che parteciperanno alla 10a edizione?

Semplicemente che devono divertirsi: la pallanuoto è un gran bello sport, all’HaBaWaBa lo capiranno meglio.

 

 

 

 

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