Pur entusiasti ed orgogliosi di quanto eravamo riusciti ad ottenere in termini di partecipazione e di successo alla prima edizione dell’Haba Waba international festival tenutasi a Castelvolturno, terra difficile e satura di problematiche sociali, nessuno di noi avrebbe mai pensato che, nel giro di sole 3 edizioni, si sarebbe arrivati ad organizzare un evento che coinvolgesse ben 80 squadre di bambini tra i 6 e gli 11 anni.

Ci piacerebbe che i nostri lettori, anche quelli interessati solo agli aspetti agonistici della pallanuoto, per un solo istante provassero a focalizzare cosa può significare in termini di lavoro e di impegno, una manifestazione del genere, sia sul piano tecnico che su quello logistico organizzativo. Specie se si conosce la realtà del nostro sport, da sempre alle prese con problemi di bilancio e gestionali. Mettere in moto una macchina organizzativa che arriva oggi a spostare 800 bambini (bambini, signori, non adulti responsabili ed autonomi), coinvolgendone direttamente altre 500 tra familiari eaccompagnatori, ed organizzarli in un torneo che li impegni tutti in maniera uguale, regalando loro quel contagioso entusiasmo che ha fatto si che si raggiungessero questi numeri in soli tre anni, è un lavoro titanico.Reperire le strutture adatte, renderle funzionali alla manifestazione, preoccuparsi della logistica in assoluto, dei trasporti, dell’accoglienza, dell’assistenza, della sicurezza, della prevenzione, del vitto, dell’alloggio, dell’organizzazione del tempo libero, degli aspetti burocratici (immensi…), delle autorizzazioni, le assicurazioni, della pubblicizzazione dell’evento, i difficili rapporti con le istituzioni etc etc…per poi dedicarsi agli aspetti tecnici, le regole, i regolamenti, lo svolgersi della manifestazione, gli arbitraggi, le problematiche, le polemiche etc etc…significa impegnare energie che stremerebbero la più collaudata delle equipe. Immaginare, poi, che questa mole di lavoro non sia opera di un’istituzione, bensì di una associazione di appassionati che si tengono quotidianamente in contatto telefonico e telematico, usando le ore della notte, rubando tempi e spazi alle loro attività ed ai loro impegni personali e di famiglia, è davvero difficile. Eppure funziona! Ci si chiede come è possibile, ma in realtà la risposta è più semplice di quanto possa apparire, E’ la stessa grande spinta della base che motiva il nostro lavoro, e lo rende meno gravoso; una spinta che noi riusciamo ad indirizzare, ad esaltare e non a mortificare. Anche quest’anno problematiche di tipo organizzativo faranno si che la domanda di partecipazione all’evento sarà inferiore alla nostra possibilità di offerta, e , per questo, stiamo lavorando. Ma questo dato dimostra che, in Europa, e, probabilmente, nel mondo, la potenzialità del nostro sport è immensa, e che il gioco della palla in acqua, ovvero l’Haba Waba, è la chiave di svolta. Il riconoscimento che ci viene da Zagabria, dove la massima istituzione europea conferma di affidarsi a noi per lo sviluppo e la promozione dell’evento del settore più innovativo al mondo, lasciatecelo dire, è un passo avanti davvero significativo. Noi della WPD sappiamo che, nel lungo percorso che deve portare alla diffusione ed allo sviluppo della pallanuoto in maniera capillare nel mondo intero, l’Haba Waba costituiva il primo difficilissimo passo. Oggi siamo consapevoli di aver contribuito in maniera determinante a compiere questo passo in maniera corretta, e più che mai siamo pronti a mettere in campo le nostre capacità per andare oltre. L’aver ideato e messo in pratica Haba Waba in primis, e il saper gestire e mandare avanti questo nostro sito web ( che stiamo per rinnovare e migliorare in grafica e contenuti ), che è il più visitato al mondo, sono un biglietto da visita per la nostra associazione di grandissima qualificazione, e che nessuno può e deve ignorare.

Come sempre, guardiamo avanti.

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