Innamorato della pallanuoto. Non sta scritto sul biglietto da visita della Cag Chemical (http://www.cagchemical.it/), l’azienda di cui Giovanni Capizzi è presidente, ma gli si legge in faccia mentre parla.
Amico della pallanuoto. Lo aggiungiamo noi idealmente sul biglietto da visita: perchè uno come lui che di questi tempi sponsorizza, oltre all’Haba Waba International Festival, anche una società di pallanuoto (Canottieri Napoli) e una trasmissione esclusivamente pallanuotistica (“Controfuga”), questo appellativo lo merita ampiamente. E lo divide in comproprietà con Amelia Sessa, che nella Cag Chemical ricopre un ruolo importantissimo anche in ottica pallanuoto: responsabile marketing.
Subito un giudizio di Capizzi sull’Haba Waba Festival 2014: “Voto abbondantemente sopra la sufficienza per gli organizzatori, hanno ragione di essere soddisfatti. Ma, come avviene in tutte le cose di questo mondo, si può migliorare”.
Entra nel dettaglio Amelia Sessa: “Volendo usare termini di carattere aziendale, si può dire che l’Haba Waba – considerato l’altissimo numero dei partecipanti – abbia ormai superato la fase artigianale e si stia proiettando in una dimensione più industriale, per la quale è indispensabile il perfezionamento di certi meccanismi. Ad esempio, la gestione dei flussi d’informazione: dal campo alle squadre partecipanti avviene in maniera farraginosa, pur apprezzando i progressi che sotto questo aspetto sono stati fatti rispetto alle precedenti edizioni”.
Infatti per la prima volta, da quando esiste l’Haba Waba Festival, quest’anno la Rai ha portato le sue telecamere a Lignano Sabbiadoro per trasmettere servizi sulla manifestazione nelle edizioni regionali del Friuli. “Ciò è molto positivo perchè soltanto attraverso le immagini si può comprendere la maestosità di questa manifestazione”, sottolinea Capizzi e lancia un suggerimento all’organizzazione sempre sul tema della comunicazione: “Visto che l’obbiettivo principale dell’Haba Waba è diffondere la pallanuoto nei cinque continenti, un’opportunità da sfruttare in tal senso è proprio il discorso televisivo, ma può essere altrettanto efficace il web mediante la diretta streaming dell’evento, strumento che potrebbe consentire anche a chi sta a casa di conoscere più da vicino i personaggi del Festival, le loro storie, le curiosità della manifestazione”.
Ma in linea più generale, uscendo dall’ambito del Festival, quali suggerimenti può dare uno sponsor al mondo della pallanuoto? Ecco la risposta di Amelia Sessa: “Non scopro certo la luna dicendo che la strada giusta da seguire, se si vuole trovare uno sponsor (e soprattutto se si vuole conservarlo) è garantire la massima visibilità del suo marchio. Cosa che si può ottenere in molteplici modi, anche attraverso l’organizzazione di eventi non strettamente legati alla piscina e all’ambito pallanuotiostico, ma nei quali lo sponsor possa essere comunque protagonista”.
Anche la diffusione del marchio al di fuori degli ambiti nazionali può, secondo Capizzi, essere uno strumento volto valido, “soprattutto per aziende come la nostra che hanno interessi commerciali in tutto il mondo. Ad esempio, noi siamo sponsor della Canottieri Napoli e saremmo particolarmente felici se la squadra giallorossa conquistasse nella prossima stagione un posto nelle coppe europee”.
Il messaggio, alla pallanuoto in generale, è chiaro: “Oggi – conclude Capizzi – è sempre più rara la figura dello sponsor-mecenate, che versa soldi nelle casse delle società sportive soltanto per amicizia. Lo sponsor vuole un giusto ritorno ai propri sforzi economici e, se il soggetto sponsorizzato non è in grado di assicurarlo, l’abbinamento non è destinato a durare a lungo”.

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